VITA DELLA BEATA - GRAZIE E MIRACOLI SUCCESSIVI ALLA MORTE
I frutti della sua testimonianza cristiana, di prudenza e di speranza in Dio, sono talmente profondi nel popolo patavino, che il 16 novembre 1474 il vescovo di Padova Jacopo Zeno ha approvato il culto verso Eustochio. Il 29 novembre 1759 viene istruito a livello diocesano un breve processo auctoritate ordinaria sul culto immemorabile della monaca Eustochio e il 22 marzo 1760 viene approvata la beatificazione equipollente da parte di papa Clemente XIII, che è stato vescovo di Padova dall’11 marzo 1743 al 6 luglio 1758. La beatificazione di Eustochio ha dato modo di legalizzare il culto di questa monaca patavina, il cui esempio cristiano giunge fino a noi. Anche tutti i miracoli accertati e quelli nascosti dal tempo, manifestano come l’intercessione di Lucrezia Bellini presso Dio è stata oggetto di richiesta frequente da parte dei fedeli e tutt’ora continuano in questa direzione.
Dopo la soppressione napoleonica del 1805, il corpo della Beata Eustochio viene portato nella chiesa di S. Pietro a Padova, e l’acqua dalla “fossa di S. Prosdocimo” smette misteriosamente di sgorgare. Dal 2019, poi, il suo corpo riposa nella Cattedrale “SS.ma Maria Assunta” di Padova.
Sembra che il culto immemorabile nei confronti della Beata Eustochio, segnalato già nell’Ottocento da alcuni autori come il gesuita Giulio Cordara, possa mostrare con chiarezza una fama di santità diffusa che, vista anche alla luce del percorso storico che abbiamo a disposizione, non porta con sé dubbi circa la testimonianza cristiana che la monaca ieri come oggi illustra a noi che chiediamo il suo aiuto. Tale sentimento sembra molto evidente quando andiamo a leggere i messaggi che vengono scritti in maniera autonoma, senza alcuna forzatura, nei Quaderni della Beata che sono a disposizione dei fedeli dinanzi alla sua tomba, prima a S. Pietro e poi oggi in Cattedrale.
La speranza è quella virtù teologale per la quale noi cerchiamo «il regno dei Cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sulla grazia dello Spirito Santo» (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1817). Di conseguenza appare davvero evidente come la Beata Eustochio sia stata, più di ogni altra accezione che le si potrebbe dare, un grande testimone di speranza, che si realizza in un presunto grado eroico delle sue virtù, nonostante le grandi prove che la vita le ha riservato.
